Il Consiglio Regionale della Regione Lazio nella seduta dello scorso 3 ottobre, ha approvato all’unanimità la proposta di legge n. 163 del 12 giugno 2019, concernente: “Norme in materia di Servizi Culturali Regionali. Abrogazione della legge regionale 24 novembre 1997, N. 42 (Norme in materia di Beni e Servizi Culturali del Lazio) e successive modifiche e di disposizioni varie in materia di valorizzazione culturale.”
Restano da approvare le disposizioni finanziarie, il titolo e l’ultimo articolo sull’entrata in vigore della legge.
A fine luglio la Commissione Cultura aveva ascoltato circa trenta fondazioni, istituti, archivi, musei e biblioteche del Lazio in una audizione alla quale erano presenti anche la Direzione Generale Archivi e la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio.
Dopo la deliberazione del nuovo Piano triennale di indirizzo in materia di beni e servizi culturali 2019-2021, che mancava da 15 anni, la Regione Lazio procede nell’opera di rinnovamento e di adeguamento sia alla legge statale (Codice dei beni culturali e del paesaggio), sia al mutato contesto sociale, professionale e tecnologico.
Tra le novità più rilevanti possiamo segnalare l’accento sulla valorizzazione del patrimonio culturale regionale; il concetto di biblioteche, archivi, musei istituti culturali intesi come servizi culturali regionali; l’allineamento dell’Albo degli Istituti culturali alle Organizzazioni regionali. Vengono inoltre definiti gli “istituti similari”: case-museo, musei all’aperto, ecomusei.
Spicca tra le novità l’istituzione dell’Organizzazione Archivistica Regionale e l’art. 26 che tratta dei Sistemi integrati di servizi culturali.
Vengono individuate, tra le linee prioritarie di intervento, la valorizzazione dei siti UNESCO, del patrimonio culturale immateriale e della memoria storica dei piccoli comuni, da attuare con modalità che prevedono l’integrazione della politiche regionali in materia di ambiente, turismo, artigianato, la promozione della progettualità locale e del coordinamento tra soggetti pubblici e privati e la stesura di Accordi di valorizzazione come previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Pur ammettendo la bontà della nuova legge, ci sarebbe piaciuto trovare maggiori indicazioni sulla professionalità degli operatori e sulla loro formazione, e che fosse previsto anche un maggiore confronto con il settore privato attraverso l’istituzione, sulla scorta della Regione Lombardia, di Tavoli della cultura, organismi consultivi costituiti da soggetti pubblici e privati.