Convegno Stelline

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Convegno Stelline 2021: la capacità di (ri)innovarsi

Capacità di (ri)innovarsi e volontà di esserci avevano già contraddistinto l’edizione del Convegno Stelline 2020 nel quale gli organizzatori erano stati costretti prima a rimandare l’appuntamento annuale in presenza a Milano, poi a sperimentare una nuova formula ibrida, con una parte dei relatori e del pubblico presenti nel Palazzo delle Stelline e un’altra a seguire da remoto. A preparare il terreno, gli incontri in streaming “Verso il convegno delle Stelline”, dialoghi tra esperti del nostro settore, leggeri, piacevoli, ricchi di contenuti e di spunti di riflessione.

La formula “ibrida”, che, come in altre esperienze digitali accelerate dalla pandemia è risultata vincente per la capacità di allargare il pubblico nei numeri ma soprattutto nell’estensione geografica, verrà comunque riconfermata. A questo si aggiungerà una forma “diffusa” del convegno che coinvolgerà quattro città: Torino, Firenze, Napoli e Milano.

Duplice lo scopo, a detta degli organizzatori: “dare vita a ulteriori momenti qualificanti nel segno dello storico Convegno delle Stelline declinandoli con le realtà locali e favorire una partecipazione più ampia attraverso la modalità online o, qualora le condizioni lo permettessero, anche in presenza.”

Il titolo dell’evento è, a  nostro avviso illuminante (ci complimentiamo con chi lo ha pensato): “La biblioteca piattaforma della conoscenza, collaborativa, inclusiva, reticolare”. Ogni singola parola apre un mondo di significati e di prospettive per le biblioteche dell’immediato futuro che devono trovare la loro identità nella capacità quasi “tecnica” (anche a questo fa pensare il termine piattaforma), di creare connessioni superando le distanze fisiche, sociali, economiche.

Non vediamo l’ora che arrivi il 25 febbraio, prima tappa del percorso che partirà da Torino e arriverà a settembre nella cornice tradizionale di Milano.

P.S. Qui trovate tutte il informazioni: https://www.convegnostelline.com/

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Stelline 2020: seconda giornata di lavori

Oggi pomeriggio è calato il sipario sulla 25° edizione del Convegno Stelline 2020, una edizione “ibrida” per necessità, fortemente voluta dagli organizzatori, che ringraziamo per l’impegno e la tenacia.

E’ stata la giornata del racconto delle esperienze, a testimonianza del fatto che alcune biblioteche sono già in viaggio verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, mettendo in atto quella che da sempre è la vocazione del servizio bibliotecario: offrire alle persone (gli utenti, i non utenti, gli irraggiungibili) i mezzi per elevarsi culturalmente, socialmente ed economicamente in un ecosistema di abilità interconnesse indispensabili alla partecipazione attiva alla cittadinanza.

Dai lavori di oggi usciamo con una domanda centrale e propedeutica, a nostro avviso, rispetto a tutte le altre riflessioni sul rapporto tra biblioteche e sostenibilità:La professione bibliotecaria in Italia: un lavoro “sostenibile?”.

La domanda è quella esplicitata dalla relazione di Maddalena Battaggia che ha parlato del suo studio sulla figura del bibliotecario riportando le parole stesse dei protagonisti. Ci sono le condizioni lavorative per una progettualità sostenibile? La sostenibilità della professione deve necessariamente passare per la soddisfazione, il riconoscimento e gli aspetti contrattuali, aspetti che sembrano drammaticamente mancare a detta dei diretti interessati.

Tra le parole ricavate dalle interviste fatte da Maddalena Battaggia abbiamo intercettato evidenze preoccupanti: “naufragio dell’entusiasmo”; “ma tu di lavoro esattamente cosa fai?”; “disagio di fondo”; “autoreferenzialità” unita a un durissimo “ce lo meritiamo!”; infine il pericolo maggiore, la “perdita di giovinezza” riconducibile forse al “naufragio dell’entusiasmo” iniziale.

Certamente, aggiungiamo noi, non tutti i bibliotecari sono insoddisfatti e privi di motivazione, anzi.

Quello che però ci sembra importante è sottolineare che tutti i discorsi sulle biblioteche devono avere come premessa necessaria il benessere lavorativo e la formazione professionale del bibliotecario.

 

Oltre all’invito a spostare lo sguardo dalle biblioteche ai bibliotecari, dalle due giornate raccogliamo anche l’esortazione di Chiara Faggiolani a “raccontare” le nostre esperienze, sull’esempio di quanto fatto dall’IFLA nel portale Library map of the world.

 

IL NOSTRO BILANCIO DELLE STELLINE 2020:

PRO: voler fare comunque e nonostante tutto il Convegno ha rappresentato un atto di resilienza e di ricostruzione di uno spazio sociale di cui abbiamo tutti bisogno.

CONTRO: per noi che abbiamo seguito online si è sentita la fatica di stare davanti allo schermo per tante ore e sono mancate le relazioni extra-sessioni.

SUGGERIMENTI: (ma gli organizzatori ci avranno già pensato) la formula ibrida ha dei lati positivi, ci ha permesso di ridurre le distanze e coinvolgere protagonisti di tutta Italia; si può pensare di ripetere l’esperienza.

SPERANZE: stringerci la mano l’anno prossimo, alla 26° edizione del Convegno Stelline 2021.

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Stelline 2020: suggestioni dalla prima giornata

Lunedì 15 settembre, ore 18.15: si è appena conclusa la prima giornata del Convegno Stelline. Quest’anno abbiamo seguito da remoto: ci siamo risparmiate il consueto mal di piedi ma ci è mancato molto… tutto il resto.
Le suggestioni sono state tante: proviamo a riportarvene qualcuna, senza la pretesa di essere esaustive e facendo una scelta inevitabilmente soggettiva di ciò che ci ha colpito di più. Non scriveremo un resoconto preciso di ciò che abbiamo sentito ma ci teniamo a lasciare alcune immagini, poche parole, che hanno attirato la nostra attenzione durante una giornata ricca di contenuti.

Iniziamo dalla fine, sia perché il ricordo è fresco, sia perché, senza voler togliere nulla agli altri relatori, Antonella Agnoli ha un modo sempre “bruciante” (per definizione della moderatrice, Maria Stella Rasetti) di offrire riflessioni.
“Immaginate che Salaborsa chiuda…”, queste le parole che la Agnoli aveva già scritto nella sua relazione prima dell’emergenza Covid. Premonizione? Fantascienza? Cosa ha perso la città con la chiusura di Salaborsa? Lo abbiamo chiesto ai bibliotecari e agli utenti fedeli ma non conosciamo l’impatto che questo ha avuto sui cittadini. I bibliotecari, in generale, hanno continuato quando potevano a offrire servizi tradizionali (prestito, reference…) ma hanno perso l’occasione di guardare oltre. Una biblioteca sostenibile è una biblioteca che pensa ai rapporti con la città e che progetta, insieme ai cittadini, servizi immediatamente utili. Non ci sono modelli di biblioteca. E’ necessario costruire luoghi sociali.
Le biblioteche non fanno parte di nessuna strategia nazionale: dobbiamo diventare strategici per la politica e le associazioni professionali devono prendere posizione contro la burocrazia insensata del “non si può fare”.
Necessario puntare e investire sui giovani, sono coloro che ne hanno più bisogno e sono esclusi da tutto.

Del resto della giornata riportiamo alcuni temi ricorrenti più volte emersi, sul ruolo delle biblioteche nel contesto attuale e nel viaggio verso gli obiettivi dell’Agenda 2030:

  • la missione della biblioteca nel riavvicinamento sociale, pur mantenendo il distanziamento fisico (Stefano Parise)
  • il bisogno, già noto ma emerso con forte evidenza negli ultimi mesi, di avere le necessarie competenze per una partecipazione attiva alla vita sociale e il ruolo “abilitante” (Pierluigi Sacco) della biblioteca
  • le biblioteche devono essere molto “militanti: se non ora quando?” ed “evitare il rischio di parlarsi addosso e di farsela addosso” (Paola Dubini)
  • le istituzioni culturali hanno una enorme responsabilità sociale, devono allentare i vincoli che si sono creati: i vincoli devono essere “materiali da costruzione”, è necessario entrarci dentro e sperimentare; le biblioteche sono lo spazio di “manutenzione e costruzione della cittadinanza”; “il tema non è quello dei cm” da rispettare. E’ necessario rassicurare il nostro pubblico che ha paura, ma abbiamo bisogno di procedure standard uguali per tutti (Luca Dal Pozzolo)
  • importante analizzare il fabbisogno formativo dei bibliotecari (Adriano Solidoro)

Arrivederci a domani!!!

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Biblioteche e sviluppo sostenibile: 25° Convegno Stelline

Nonostante tutto (è proprio il caso di dirlo), il 15 e 16 settembre si terrà la 25* edizione del Convegno delle Stelline, dedicata quest’anno al ruolo delle biblioteche per lo sviluppo sostenibile.
L’evento avrebbe dovuto svolgersi il 12 e 13 marzo, ma il 28 febbraio gli organizzatori sono stati costretti a rinviarlo con queste motivazioni: “È stato soprattutto il desiderio di ritrovarsi nel clima di serenità e professionalità, che ha sempre contraddistinto l’evento, a convincerci dell’opportunità di posticiparlo.”
Purtroppo, ad oggi, non siamo ancora in quel “clima di serenità” cui eravamo abituati. Tuttavia le Stelline ci saranno. Per chi non potrà partecipare agli incontri in presenza, ci sarà la possibilità di seguire, a pagamento, le sessioni online.

In questi mesi di attesa l’attenzione è stata tenuta alta da una serie di incontri online, “Verso il Convegno delle Stelline”, visibili sul canale Youtube Convegno Stelline.

Il programma del Convegno che partirà tra pochi giorni è ricchissimo e si compone, oltre alle sessioni principali, anche delle iniziative collaterali e dei workshop aziendali.

Noi seguiremo a distanza, con il rammarico di non poter incontrare fisicamente tanti colleghi e amici, il vero valore aggiunto delle Stelline, appuntamento annuale immancabile per tanti bibliotecari italiani.

Riteniamo però che sia più che mai importante confrontarsi sul tema della sostenibilità e sul ruolo che possiamo avere nel lungo viaggio collettivo verso il benessere dell’individuo, della comunità e della società.

 

 

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