Stelline 2020: suggestioni dalla prima giornata

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Lunedì 15 settembre, ore 18.15: si è appena conclusa la prima giornata del Convegno Stelline. Quest’anno abbiamo seguito da remoto: ci siamo risparmiate il consueto mal di piedi ma ci è mancato molto… tutto il resto.
Le suggestioni sono state tante: proviamo a riportarvene qualcuna, senza la pretesa di essere esaustive e facendo una scelta inevitabilmente soggettiva di ciò che ci ha colpito di più. Non scriveremo un resoconto preciso di ciò che abbiamo sentito ma ci teniamo a lasciare alcune immagini, poche parole, che hanno attirato la nostra attenzione durante una giornata ricca di contenuti.

Iniziamo dalla fine, sia perché il ricordo è fresco, sia perché, senza voler togliere nulla agli altri relatori, Antonella Agnoli ha un modo sempre “bruciante” (per definizione della moderatrice, Maria Stella Rasetti) di offrire riflessioni.
“Immaginate che Salaborsa chiuda…”, queste le parole che la Agnoli aveva già scritto nella sua relazione prima dell’emergenza Covid. Premonizione? Fantascienza? Cosa ha perso la città con la chiusura di Salaborsa? Lo abbiamo chiesto ai bibliotecari e agli utenti fedeli ma non conosciamo l’impatto che questo ha avuto sui cittadini. I bibliotecari, in generale, hanno continuato quando potevano a offrire servizi tradizionali (prestito, reference…) ma hanno perso l’occasione di guardare oltre. Una biblioteca sostenibile è una biblioteca che pensa ai rapporti con la città e che progetta, insieme ai cittadini, servizi immediatamente utili. Non ci sono modelli di biblioteca. E’ necessario costruire luoghi sociali.
Le biblioteche non fanno parte di nessuna strategia nazionale: dobbiamo diventare strategici per la politica e le associazioni professionali devono prendere posizione contro la burocrazia insensata del “non si può fare”.
Necessario puntare e investire sui giovani, sono coloro che ne hanno più bisogno e sono esclusi da tutto.

Del resto della giornata riportiamo alcuni temi ricorrenti più volte emersi, sul ruolo delle biblioteche nel contesto attuale e nel viaggio verso gli obiettivi dell’Agenda 2030:

  • la missione della biblioteca nel riavvicinamento sociale, pur mantenendo il distanziamento fisico (Stefano Parise)
  • il bisogno, già noto ma emerso con forte evidenza negli ultimi mesi, di avere le necessarie competenze per una partecipazione attiva alla vita sociale e il ruolo “abilitante” (Pierluigi Sacco) della biblioteca
  • le biblioteche devono essere molto “militanti: se non ora quando?” ed “evitare il rischio di parlarsi addosso e di farsela addosso” (Paola Dubini)
  • le istituzioni culturali hanno una enorme responsabilità sociale, devono allentare i vincoli che si sono creati: i vincoli devono essere “materiali da costruzione”, è necessario entrarci dentro e sperimentare; le biblioteche sono lo spazio di “manutenzione e costruzione della cittadinanza”; “il tema non è quello dei cm” da rispettare. E’ necessario rassicurare il nostro pubblico che ha paura, ma abbiamo bisogno di procedure standard uguali per tutti (Luca Dal Pozzolo)
  • importante analizzare il fabbisogno formativo dei bibliotecari (Adriano Solidoro)

Arrivederci a domani!!!

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